18 ottobre 2008

Le Bande musicali

Le bande musicali, nate allo scopo di rallegrare le truppe nei momenti di sosta e di animare i soldati nelle battaglie, hanno sempre svolto in Italia un prezioso ruolo sociale e culturale, consentendo la diffusione della musica colta tra le classi meno agiate cui non era concesso l’ingresso nei teatri lirici. Alla fine dell’Ottocento ogni città aveva la sua banda municipale, chiamata ad allietare le manifestazioni civili e religiose. Gli strumenti, di proprietà comunale, erano affidati ai musicanti tramite un garante. La qualità delle bande si giudicava in base alla capacità dei solisti (flicorno soprano, flicorno tenore, flicorno baritono) e dell’intera squadra (alcuni complessi arrivarono a contare agli inizi del Novecento ben 60 componenti). Nacque così nelle piazze meridionali una cultura bandistica animata da un acceso campanilismo, che portò i complessi ad ingaggiare veri e propri “duelli” per conquistare un’ambita festa patronale o un’importante manifestazione civile.
Il mattino della vigilia festiva di San Pantaleone è tradizionalmente salutato dal concerto bandistico, cui spetta dare inizio ai festeggiamenti con marce sinfoniche in Piazza Duomo. I matinée all’ombra dei pini e le esecuzioni serali del 26 e 27 luglio hanno da sempre offerto pagine musicali eseguite con grande maestria e coralità, sottolineate da quei virtuosi del flicorno, interpreti delle parti riservate a soprani, tenori e baritoni, che emozionano gli appassionati cultori delle orchestre di fiati. Attimi in cui il tempo sembra fermarsi, in cui abbiamo l’impressione di rivedere volti di un passato a noi caro, mentre, sotto la canicola estiva, le note risuonano tra le superbe torri e gli antichi palazzi, interrotte solo dal cinguettio degli uccelli e dai lenti rintocchi delle campane che in lontananza battono le ore.
Sono ormai lontani i tempi in cui sulla scena dei concerti musicali municipali si affermavano gli artigiani-musicanti, figure singolari molto diffuse anche a Ravello, contraddistinta in passato da una buona tradizione bandistica. Tuttavia, esaurita la funzione sociale di “opera dei poveri”, che ha consentito la diffusione della musica colta tra le classi meno agiate, i complessi bandistici, oggi costituiti perlopiù da professionisti del pentagramma, continuano ad essere i depositari più genuini di una cultura musicale per certi versi popolare ed antielitaria, di un’epopea irripetibile.
Solo le più celebri bande pugliesi hanno preso parte ai solenni festeggiamenti in onore di San Pantaleone. Piace sottolineare, però, come, fino agli anni Sessanta del secolo scorso, anche il concerto musicale cittadino, sotto la direzione di rinomati maestri, rinnovasse in quei giorni di festa il piacere della buona musica con le pagine più belle del melodramma, eseguite nell’incantevole cornice di Palazzo Rufolo.
Dolci arie richiamano nelle strade e nelle piazze “parate a festa” cittadini e forestieri, si accende ancora una volta la magia di una tradizione secolare.




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