18 ottobre 2008

__________La processione_____

Uscita della processione in un dipinto di Manfredi Nicoletti (1935)

Dopo la messa vespertina ha luogo la processione: preghiera itinerante, espressione della Chiesa in cammino, manifestazione comunitaria di Fede, momento di testimonianza e di aggregazione per l’intera comunità. Una piazza gremita attende l’uscita della statua argentea, preceduta dall’insegna della basilica, salutata dalle note dell’Inno “Ravelli Pignus Optimum”, trascritto per grande banda dal M° Mario Schiavo nel 1982, cui segue la tradizionale marcia del “Mosè” di Rossini mentre campane a distesa e fuochi d’artificio “a giorno” accompagnano il corteo processionale lungo l’intero percorso.
Nei secoli passati la statua era solita avanzare sotto il pallio a sei aste: per antica consuetudine le prime quattro, ritenute di maggior prestigio, erano riservate al regio governatore e ai rappresentanti della nobiltà mentre le ultime due erano assegnate agli eletti del popolo. “E' stato sempre diritto della città portare le aste del pallio, cioè le prime quattro dal Governatore, dal Sindaco e due altre dalla Piazza Nobile e le altre due dal Sindaco ed Eletto del Popolo”, si legge in un documento del XVIII secolo conservato nell’Archivio Vescovile di Ravello. Anche il capitolo della cattedrale di Scala era solito prendere parte alla processione. In quella occasione la città vicina onorava San Pantaleone con lo sparo di sparo di cento mortaretti unito al festoso concerto delle campane, consuetudine ricambiata dai ravellesi nella solennità di San Lorenzo. Oggi, le voci delle torri campanarie continuano a testimoniare quei valori che hanno animato per secoli la vita delle due città.

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